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La Prima Cotta
Dal diario di bordo
Alle ore 04,45 del 10 luglio duemilaquattordici si è ufficialmente chiusa la prima "doppia" cotta del birrificio artigianale Okorei. Una doppia cotta che dai registri risulta iniziata alle 9 del giorno precedente ma che, per quelli che intorno al progetto hanno lavorato con assiduità ed abnegazione, è di fatto cominciata tanto, tantissimo tempo fa.
Un lavoro fatto di facce e di storie di ogni estrazione e provenienza. Caratterizzato da attese estenuanti e prive di costrutto. Costituito di istanti di scoramento, seguiti da fugaci seppur autentici momenti di viva felicità. Un impegno diluito in un non ben precisato arco temporale, che è si è avvalso di centinaia di strette di mano, di silenziose intese silenziose e vigorose pacche sulla spalla. Basato sulla reciproca fiducia, sulla dilazione dei pagamenti e sulle prestazioni gratuite. Impastato con gli elementi del patto d’onore, ma anche sulle scadenze improcrastinabili e sulle misurazioni accompagnate da rilievi millimetrici. Cresciuto nei mercatini, negli scambi alla pari, negli assaggi gratuiti, per certi versi, nella solidarietà vera quella che ti fa sorridere e sperare in un futuro migliore. E poi ancora di accordi firmati con tanto di carta da bollo e funzionari dello Stato, di promesse e di appuntamenti traditi, che non si sono realizzati per difetto di comunicazione, per superficialità, perché non era il momento opportuno o quello previsto. Di rinvii, di anticipi, di cambi di direzione, di prestiti, di incomprensioni, di annunci andati al vento e nuovi traguardi da raggiungere. Di precipitose e drammatiche marce indietro rapidamente metabolizzate e trasformate in nuova consapevolezza e desiderio di riscatto. Di parole. Di tantissime parole composte in frasi articolate, disorganizzate, strampalate. Di parole sconosciute, incomprensibili poi via via sempre più significative e familiari. "piacca… carbonatazione… grado plato…"
Tutto quello che generalmente accade quando si decide di intraprendere un viaggio in terra straniera. Tutto quello che insomma ci si può immaginare intorno ad un progetto che prima di divenire solido, concreto, legalmente e finanziariamente possibile, era soltanto la passione della domenica, l’hobby ricercato, di gente animata da insolita curiosità. Sia bene inteso però che se abbiamo deciso di descrivere con tanta enfasi un momento che di fatto risulterà assolutamente ininfluente nella storia del genere umano, non è certo perché abbiamo perso di vista la realtà o per celebrare chissà quale gesto prodigioso o personaggio mitologico ma soltanto per lasciare una testimonianza concreta di questo percorso. Per evitare insomma che tutto quanto interviene nel trasformare un’idea, in viva realtà, finisca per sempre nel dimenticatoio. Per ricordare a noi stessi che aldilà dei nomi e di cognomi registrati all’interno della cooperativa, c’è un mondo animato di persone che merita di essere contemplato e difeso. Un popolo da trascinare con noi nell’avventura che ci apprestiamo a vivere. Una moltitudine di eventi che speriamo di riuscire ed onorare, con prodotti all’altezza del loro stesso prestigio e della loro appassionata partecipazione.
È a quel mondo che guarderemo ogni volta che ci sarà esigenza di trasformare il futuro della cooperativa di produzione e lavoro Okorei, in viva realtà.
Così può anche bastare che è già tempo di programmare la seconda "doppia cotta"!