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Capitolo 8 - Banchi
"A questo, per quanto è vero che adoro Demetrio, proprio non ci volevo arrivare! Ma era, come dire, inevitabile!" Albert "introdusse il fatto" con la segreta speranza che ai quattro non facesse così tanto male. Ciò nonostante il dolore non indugiò a farsi sentire e si insediò stabilmente nelle loro viscere. Per capire meglio le ragioni di questo dolore però, sarebbe forse bene parlare della scuola e delle ferite che la stessa lascia dentro ognuno di noi. Già la Scuola! Beh qui non conta stabilire i risultati che ciascuno ha conseguito nel corso della propria carriera né, tanto meno, determinare quanto ci abbia di fatto impegnati. Quello che conta è invece essere passati dietro quei banchi. Aver gettato, attraverso le finestre sgangherate, lo sguardo furtivo al cielo azzurro ed alla vita che chissà perché, proprio in quei frangenti, faceva più rumore e scorreva intensa come mai più sarebbe accaduto. Ciò che ci preme evocare è quella sorta di memoria collettiva che rende uguali tutti gli studenti del mondo. Tirare fuori l'odio comune che ogni normale mortale, anche quello perennemente portato a sedere in prima fila, ha coltivato per il registro di classe, per la campanella di inizio delle lezioni, per i libri di testo con le fotografie, vaffanculo, sottotitolate! Ma per tornare ai nostri, non c'era dubbio, quelli che Albert aveva poggiato sul tavolo erano proprio quello: libri. Libri con foto sottotitolate che spiegavano la birra artigianale! Libri nei quali si riduceva in capitoli, paragrafi, note, tabelle comparative, indicatori, acronimi minacciosi e formule chimiche, un processo millenario e le innumerevoli leggende l’accompagnavano. "A faccia e do’ saciccio!" esclamò Andrew per sottolineare fino in fondo l’intensità del suo sgomento. Questo intanto che Immanuel e Lukhet tentavano ti evitare che Frank, colto da improvviso malore, finisse a terra schiacciato dal suo stesso peso. "Non è stato semplice nemmeno per me, ma questa è la dura verità ragazzi… per fare birra artigianale di qualità, si deve studiare!" Frank che si era appena riavuto dal malore, chiese l'intervento dell'esorcista, ma nessuno dei superstiti, riuscì ad agire il comando. Poco dopo, tra strepiti e lacrime di rabbia tutti i cooperanti okoreiani si misero al lavoro. Tranquilli però non vi racconterò del quando e del come i cinque, giunsero alla convinzione che persino dietro il più estroso dei movimenti creativi, alberga una solida e concreta legge della natura. Non vi dirò nulla dell’OG e del Grado Plato, né vi devasterò le coscienze con le proteine insolubili, la carbonatazione e gli zuccheri disponibili per la rifermentazione in bottiglia. Vi dirò invece dei primi commenti dei giovani studenti che sulle prime si mostrarono delusi nel verificare che in conclusione, per fare una buona pinta di birra artigianale, basta seguire le istruzioni. Vi dirò, per avallare i loro ragionamenti che in effetti, seguendo passo passo i consigli e le verità espresse in quei testi, ognuno di noi può ragionevolmente aspirare a divenire "mastro birraio". Fatto ciò però, lascerò poi che ognuno di voi rifletta per proprio conto, sul fatto che non tutti quelli che sanno leggere le note sul pentagramma, dispongono di uno strumento musicale ed hanno preso lezioni da personale accreditato, sanno di fatto, inventare musica o più semplicemente, suonare.